SAN GAVINO MONREALE

Importante paese, fondamentale anche dal punto di vista logistico e organizzativo della zona, nel cuore del Medio Campidano cresce San Gavino Monreale. La stazione dei treni di questa località è infatti crocevia di molte linee che attraversano tutta l’isola, e il suo ospedale è considerato la base della sanità in questa parte della regione.

Le origini di questo centro sono da attestarsi al periodo nuragico. Si è poi sviluppato nel tempo sul modello urbano delle località rurali: le case sono in stile campidanese, in grado di ospitare famiglie numerose e con spaziose aie e cortili. Qui è anche ancora possibile ritrovare testimonianze risalenti al periodo romano tra cui anche i resti di un’antica villa del periodo.

Il centro storico testimonia la matrice storica di San Gavino Monreale; qui infatti le costruzioni sono ancora fatte con i ladiri, tipico materiale usato per le costruzioni nel passato. Nel centro sorge inoltre la chiesa attorno a cui si è inizialmente sviluppato ed ha preso nome il paese. La chiesa sorse nel 1347 per ordine di Mariano IV d’Arborea; la struttura è marcatamente gotica e caratteristica è la dislocazione nell’apside dei ritratti di Mariano IV, e dei suoi famigliari: Ugone III, figlio ed erede, Eleonora, figlia, e il marito di questa Brancaleone Dora. Ristrutturata nel tempo ha mantenuto il suo carattere semplice, sottolineato anche dalla presenza di un’unica navata.

Molti forse conoscono San Gavino Monreale per il suo oro rosso, ovvero lo zafferano, che qui cresce abbondante. Ma questa località offre molto di più a partire dal castello Monreale, che sorge poco fuori dal centro storico; o ancora il celebre carnevale che ogni anno inonda le strade del paese di carri allegorici vivaci e che richiama migliaia di visitatori da tutta Italia.


Il Castello

Donato dal re Giacomo II d’Aragona insieme ad altre proprietà terriere ai sovrani d’Arborea.
A meno di 10 km dal centro di San Gavino Monreale si sale una piccola valle sulla cui sommità giace appollaiato il castello. Storicamente adibito a prigione e residenza reale.

Per secoli simbolo di potere e forza, lungo le guerre antiche veniva usato come luogo per ripararsi, mentre ad oggi questi sembrano solo ormai dei lontani ricordi. La sua conservazione non è stata curata nel tempo, e ora appare rovinato nonostante le numerose campagne di scavi e restauri che si sono susseguite nel tempo per cercare di porre rimedio agli errori del passato. Ad oggi il sito comprende all’incirca 720 mq, tra il castello, la cinta muraria con le sue otto torri, i cortili e i resti dell’antico borgo.
Visitarlo non solo ha valore in sè, come memoria storica, ma arroccato su del monte offre dalla sua sommità un’interessante vista sulla campagna circostante.


Una Città al passo con i tempi

Al di la del carattere serio e volto al lavoro di questa piccola cittadina, concentrata soprattutto sulle coltivazioni di zafferano e sull’industria mineraria, si sta portando avanti ormai da anni un processo di rinnovamento. Infatti è ormai diventato una mecca per gli artisti e appassionati di street art dell’isola ma non solo.

L’iniziativa nasce da un gruppo di ragazzi che vogliono ricordare un proprio amico scomparso prematuramente. Si è iniziato così, quasi per caso, a tingere le mura grigie della città con mille nuovi colori, per restituite la bellezza e la gioia al proprio paese di nascita. Così ogni anno numerosi artisti si recano in questo paese per ammirare e prendere parte a questa grande e magnifica opera d’arte a cielo aperto.